Per un approccio umano all'accessibilità del Web

Per un approccio umano all'accessibilità del Web

Vorrei iniziare parlando di un romanzo che ho letto, Erewhon di Samuel Butler. In questo romanzo viene descritta una società immaginaria in cui chi soffre di una qualsiasi malattia o tipo di disabilità viene condannato a pene severissime, mentre i comuni criminali vengono trattati con indulgenza. La critica ha giustamente definito Erewhon un “mondo alla rovescia”, un mondo che non esiste in nessun luogo (l'anagramma di Erewhon è “nowhere”, che in inglese significa appunto “in nessun luogo”), ma che, purtroppo, potrebbe esistere dappertutto se si portasse alle logiche conseguenze l'idea che ne è alla base.

L'idea alla base di Erewhon è quella di standard, ossia di modello a cui conformarsi. Parlare di standard del Web è giusto, ma ovviamente l'idea di standard non può e non deve essere applicata alle persone nel mondo reale. Ma è davvero così?

Gli esseri umani sono per natura portati a crearsi dei propri schemi in base ai quali organizzare la propria vita. Questi schemi – o modelli – limitano di molto la nostra capacità di comprendere appieno la realtà che ci circonda e soprattutto il nostro rapporto con gli altri.

Cosa accade ad esempio alle persone che non rientrano nei nostri modelli? Il più delle volte vengono semplicemente ignorate. Questo comportamento è simile a quello di un parser CSS, che analizza una regola in base al suo modello e se quest'ultima non vi si conforma, egli si comporta come se la regola non esistesse, ossia la ignora.

Ma un parser manca di una qualità che solo gli esseri umani hanno, ossia la sensibilità. La sensibilità ci permette di capire che gli esseri umani non sono regole o modelli, ma eccezioni.

L'eccezionalità è ciò che permette al protagonista del romanzo di fuggire da Erewhon. Oggi si parla molto di sensibilizzazione ma poco di sensibilità. Quello che mi permetto di consigliare agli sviluppatori è di usare la propria sensibilità per immedesimarsi nelle persone che usano il Web.

Per esperienza personale, posso dire che questo approccio si può applicare anche alla vita di tutti i giorni. Solo in questo modo, credo, Erewhon resterà sulla carta e non esisterà mai in nessun luogo.

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