Duel o il Moby Dick moderno

Duel o il Moby Dick moderno

Duel è un film del 1971 diretto da Steven Spielberg ed è ispirato all'omonimo racconto di Richard Matheson. Oltre l'apparenza della trama (un automobilista perseguitato da un'autocisterna che arriva al punto di cercare ripetutamente di ucciderlo) si cela in realtà un profondo tessuto di richiami letterari e di echi che affondano le loro radici ben al di là del genere thriller.

Un Moby Dick rovesciato

Nel romanzo di Melville è il protagonista che da la caccia al mostro, al male, all'assoluto, all'ignoto, al mistero insondabile della vita e dell'esistenza umana. In Duel è invece il mostro e l'assurdo del vivere che caccia la sua preda.

Mentre Melville tratteggia Achab come un tipico eroe romantico, un Wanderer sulla scia di Melmoth e del gotico inglese, in Duel abbiamo una persona assolutamente normale, quasi appiattita nella sua quotidiana banalità. Per questo motivo la situazione della caccia diviene ancor più paradossale se si pensa alla motivazione: un semplice sorpasso da parte del protagonista nei confronti dell'autocisterna.

In Matheson infatti (come testimonia Stephen King) l'orrore gotico scaturisce non dall'eccezionale, ma dal quotidiano. Il quotidiano diviene quindi quello stesso principio del male che H.P. Lovecraft aveva identificato con il caos primordiale che generava mostri e miti ancestrali.

Un gotico iperrealista

L'iperrealismo è stata una corrente artistica che ha portato il quotidiano alla sua celebrazione più alta. A torto si è considerato Matheson come uno scrittore horror o, quantomeno, più vicino nelle sue realizzazioni al thriller fantastico. In realtà, sia per Matheson che per Duel si può ragionevolmente parlare di gotico iperrealista, almeno se seguiamo la trama del gotico americano tratteggiata da David Punter nella sua Storia della letteratura del terrore.

Quello di Matheson è più ampiamente un tentativo di rifondazione del genere gotico nella modernità, una modernità fatta di metropoli, industrializzazione e post-industrializzazione, tecnologia, scienza, meccanicizzazione e, tra l'altro, dominata per l'epoca in cui egli scrive dall'incubo dell'apocalissi atomica da Guerra Fredda che si è trasformato in un nuovo archetipo dell'inconscio collettivo della comunità.

E, in tal senso, ricordando il romanzo di Mary Shelley, L'ultimo uomo, si potrebbe affermare che in Duel è l'ignoto della fine che avanza a interrompere l'ansia dell'attesa sotto forma di un autostrada e di due veicoli che accelerano a folle velocità.

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