Accessibilità: il muro di gomma

Accessibilità: il muro di gomma

In Francia si sta per svolgere la Giornata Nazionale dell'Accessibilità (cosa auspicabile anche da noi), il che ci porta a riflettere sullo stato dell'accessibilità in Italia. Il problema maggiore dell'accessibilità dei siti web in Italia è dato dalla quasi totale mancanza di sensibilità non solo verso questa tematica, ma soprattutto verso quelle persone che sono i diretti beneficiari dei siti accessibili. Questa mancanza di sensibilità non è solo frutto di ignoranza, ma della più generale tendenza della società globale a eliminare dalla propria attenzione tutto ciò che non rientra nei canoni di adatto, normale, omologato, efficiente, produttivo. In una parola, si tratta di una società che accetta una sola dimensione: la propria.

Questa dimensione viene imposta dai media, che propongono un canone di vita ed uno standard per le persone. Tutto ciò che è diverso dal canone e dallo standard imposto viene automaticamente relegato in un angolo, quasi fosse un motivo di imbarazzo per la società. Ne è la prova quell'enfasi ipocrita posta sulle iniziative a beneficio delle persone con disabilità, quando invece queste iniziative non dovrebbero avere nulla di speciale ma essere una norma e una prassi consolidata.

Le persone con disabilità possono solo contare sull'aiuto di poche persone fidate, tra cui vi sono quegli sviluppatori che si occupano attivamente di accessibilità. Va da se che fino a quando questi professionisti saranno una minoranza, poco si potrà fare per avere un web italiano fruibile da tutti. Poichè il problema resta la sensibilità di chi sviluppa siti. La sensibilizzazione in tal senso è fondamentale, ma se dall'altra parte c'è un muro di gomma fatto di indifferenza e tentativi di eludere le norme sull'accessibilità ricorrendo a italici girotondi legali e circhi a tre piste fatti di perizie e controperizie, si continuerà sempre a muoversi in un circolo vizioso.

Parliamoci chiaro: gli sviluppatori non amano l'accessibilità perchè li costringe a rendersi conto che gli utenti non sono come loro li vorrebbero, ma come effettivamente sono. Quindi quando gli si fa notare che esistono delle norme sull'accessibilità, loro non si fermano neanche un istante a riflettere sul perchè esistono quelle norme e sul significato vero delle leggi. Scaricano la lista di requisiti, chiedono in giro, si documentano, fanno dei test, chiedono pareri sui forum e sulle mailing list, fanno fare una verifica e infine applicano il bollino sul sito. Ma in cuor loro, se non esistesse una legge in merito, ne farebbero volentieri a meno.

Questo credo sia il punto zero dell'accessibilità: non riuscire a far capire alla gente che se è vero che siamo una società civile e moderna, allora non si può far finta che i problemi degli altri non esistano e che finchè stiamo bene noi sta bene tutta la società. Se è vero che una società è una comunità, allora il valore dell'accessibilità sta appunto nel far riscoprire alle persone il valore sociale dello stare insieme. Ma in una società post-nichilista e globalizzata il senso del singolo troppo spesso prevale sulla visione della comunità.

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