Sono convinto del fatto che una laurea in una disciplina informatica sia altrettanto importante per noi sviluppatori web dell'essere autodidatti. In genere si pensa che l'università serva a trasmettere nozioni. Niente di più falso: l'università trasmette principalmente il modo di affrontare una disciplina, ossia la forma mentis della disciplina ed un metodo operativo. Le nozioni si possono acquisire in qualsiasi momento, ma la forma mentis è molto difficile da acquisire se non si è stati preparati in tal senso. Le materie d'esame, prese nel loro insieme, non creano il programmatore o l'ingegnere informatico, ma una persona in grado di affrontare il mondo dell'informatica in modo autonomo. Ossia, una persona che, al di là delle nozioni, riesca a risolvere problemi usando una metodologia ben precisa e un modus operandi chiaro. Questo è difficile da imparare da soli.
Non sto parlando di superiorità o inferiorità di un approccio autodidatta nei confronti di un approccio accademico, ma di formazione della mentalità e metodo per affrontare i problemi. Per esempio, nei corsi accademici si punta molto sull'apprendimento degli algoritmi, il cui scopo non è quello di diventare geni come nella serie TV Numbers, ma di insegnare come risolvere problemi che solo all'apparenza possono sembrare astrusi. In realtà anche la torre di Hanoi o il dilemma del prigioniero alla fine si rivelano molto utili quando ci troviamo di fronte ad un problema che all'apparenza ci sembra insormontabile.
Questo perchè abbiamo appreso un metodo per la risoluzione di problemi che è diverso da quello pubblicizzato da Conan Doyle nei racconti di Sherlock Holmes, che fa affermare al suo personaggio la necessità di esaurire tutte le probabilità, anche quelle impossibili, per giungere alla verità. Certo, il metodo di Holmes funziona, ma questo perchè i suoi clienti non gli imponevano delle deadline da rispettare. Chi lavora con delle scadenze pressanti non ha tempo di scartare tutte le possibilità.
Lo scopo di questo articolo non è quello di far aumentare il numero di iscrizioni all'università, ma semplicemente quello di far riflettere sulla necessità di evitare stereotipi e pregiudizi quando si parla di titoli accademici inerenti al nostro lavoro.